titolo: 29 OUR CIRCLED WORLD
tipologia: Mostra: Un percorso fotografico e pittorico sul tema del corpo e del femminile di Silvia Bigi e Laura Rambelli
location: NINAPI, Ravenna
anno: 2015
29 è un progetto nato dall’idea che la femminilità e lo spazio delle donne di oggi abbiano bisogno di essere ritrovati cercando una nuova direzione. I combattimenti degli anni ‘70 hanno contribuito a dare importanti diritti sociali, beni materiali e spazio alle donne, ma allo stesso tempo hanno creato una grande distanza nei confronti della loro vera natura. Donne e uomini sono diversi. Questa diversità è vissuta profondamente nei nostri corpi, nella nostra vita circolare, nelle nostre trasformazioni, biologiche e mentali. É arrivato il momento di accettare la nostra diversità, che in realtà è proprio la nostra forza, la reale natura, l’origine dell’amore: uomini e donne sono complementari.
29 rappresenta un primo tessello nella creazione di nuove forme di espressione che rinunciano a combattere in nome di una condizione di uguaglianza sterile. L’arte ha oggi altri modi per arrivare: più sottili, profondi, dolci, circolari.
Silvia Bigi, Laura Rambelli
Més
29 è il numero che rappresenta il ciclo sinodico che occorre alla Luna per riprendere la stessa posizione rispetto alla Terra. La luna che mi ha accompagnato in questo periodo di presa di coscienza del mio essere donna e madre.
E Més, in dialetto romagnolo, significa il ‘mese’ e coincide con il periodo ove la donna vive un processo ciclico e biologico di purificazione psico-fisica, nonché energetica, che porta con sé valori magico-rituali sottili che tanto spaventano ancora oggi. Attraverso la conoscenza della Grande Dea Madre e le sue rappresentazioni nell’arte ho potuto riscoprire nel mio corpo una primordiale alleata. In questo ultimo anno di ricerca artistica ho sentito che le figure muliebri, come le rappresentazioni nelle caverne e nei vasi, erano già inscritte nella mia memoria di donna e di artista. Non ho fatto altro che ascoltare il mio corpo e metterlo in contatto con la terra, conoscere la ciclicità delle stagioni e della luna per ritrovarle dentro di me, attraverso il mio ciclo, allineandomi a loro.
Ho deciso di dipingere con la mano sinistra, perché i simboli archetipici e i messaggi interiori fluissero senza l’interferenza della mano destra, ormai abituata al disegno. La tela sulla quale ho dipinto fa parte di una serie di rotoli che ho trovato in un antico baule. Ho scoperto essere stati tessuti da
Nina (Anna), la mia bisnonna materna, morta a 30 anni. Una donna bellissima che in gravidanza fu abbandonata, un episodio che mi ha connessa alla mitologia di Lilith: la prima donna creata, cacciata dall’Eden perché rifiutò di sottostare a Adamo. Lilith e il suo specchio: la paura di guardare dentro se stesse, oltre l’ignoto, un attimo prima di scorgere la propria libertà.
Queste opere sono dedicate a tutte le mie antenate che non sono riuscite a godere della loro naturale bellezza e contemporaneamente sono un messaggio per le donne che oggi stanno sentendo un risveglio e tentando di andare oltre ... lo “specchio”.
Laura Rambelli
Sabato 7 marzo 2015 è stata inaugurata presso la galleria Ninapì - Nesting Art Gallery di Ravenna la prima esposizione del progetto in occasione della festa della donna. Chiara Fuschini ha curato questo progetto realizzato in un anno e mezzo che ha coinvolto le due artiste - la pittrice Laura Rambelli e la fotografa Silvia Bigi - in una profonda immersione nelle tematiche contemporanee e antiche legate al femminile, alle difficoltà e alle paure della donna di oggi e di ieri. Il risultato è stato un percorso intenso e poetico, privo di lotta e di denuncia, volto a nuovi percorsi.
Di seguito il testo di Chiara Fuschini
Per celebrare la donna nel giorno a lei dedicato, la Galleria Ninapi’ espone due giovani artiste, di diversa sensibilità e tecnica espressiva, in interpretazioni emozionali che lasceranno sorpreso il pubblico che visita la mostra.
Silvia Bigi, che conosciamo, si esprime attraverso immagini fotografiche, nostalgiche, di struggente poesia, che rimarranno nella nostra memoria. Attraverso un ‘racconto’ dolcissimo di vita intima e personale ci parla di una nonna, o meglio della sua mancanza, e si identifica in questa figura femminile che fa parte del suo vissuto. Si confronta con lei, con i suoi pensieri e i suoi fantasmi, si immerge nel suo mondo dimenticato, ‘ciò che LEI era e ciò che IO sono’ mondo tutto femminile, inconscio, reso universale in questi scatti, mondo che ci fa intuire un nuovo modo di porre la donna nel relazionarsi con l’altro sesso.
Laura Rambelli, nelle pitture ad olio, dai chiari e preziosi colori, ci porta lontano, in un mondo ancestrale e creativo, alla ricerca di antichi simboli, di archetipi di grande espressività. Lei stessa definisce la sua pittura ‘tra mito, femminilità e mondo onirico’. Esprime sulla tela l’importanza e la specificità dell’essere donna, nei famosi 29 giorni lunari, che scandiscono la vita dell’universo femminile. Questa occasione di mostrare l’arte ‘che si fa donna’, sia nei contenuti che nell’espressività, lasciandoci affascinare dalle immagini, ci trasmette un crescendo di emozioni, ci dà una magica energia.
E’ inevitabile a questo punto porci la domanda, esiste l’arte al femminile? Non pretendiamo di entrare in un annoso dibattito e tantomeno dare risposte più o meno esaurienti. Ci affidiamo alla sensibilità del pubblico che può darci la miglior risposta.
Della presenza, pur esigua, delle donne nella storia dell’arte, si è già detto tanto, spesso si è scritto che non esiste uno specifico femminile. «All’arte», come diceva Alice Neel, «non interessa se sei un uomo o una donna. Una cosa che devi avere è il talento…». A questo proposito citiamo anche Rosalin Krauss che, nella sua raccolta
di saggi, ci dice «l’arte fatta dalle donne non ha bisogno di nessuna particolare perorazione di difesa e non ne fornirò alcuna». Ci chiediamo piuttosto se la parità è raggiunta. Nelle grandi sedi dell’arte contemporanea sono stati resi omaggi a molte artiste. Si ricorda per tutte che l’inaugurazione, il 12 maggio 2000, della Tate Modern, nella Turbine Hall, ha presentato la grande Louise Bourgeois, perciò non può sfuggire una considerazione sul ruolo e sul riconoscimento dell’arte fatta dalle donne nel 21° secolo. Dedicando questo battesimo alla grande vecchia dell’arte contemporanea, ed altri simili omaggi ad artiste viventi, si è raggiunto l’obiettivo di un vertiginoso aumento dei ‘Women studies’ nelle università americane. Tutto ciò ci potrebbe far pensare a una parità ormai raggiunta, considerando anche i ruoli importanti coperti da donne in alcuni musei, tuttavia ancora minoritari rispetto a quelli coperti da uomini.
Le disparità infatti sono molte e ancora presenti nel mondo dell’arte e esiste anche il pericolo della ‘moda’ di esibire presenze femminili. Si può concludere dicendo che in posti di alta visibilità la presenza delle donne è più enunciata che reale, come hanno sottolineato le ‘Guerrilla girls’ vecchio gruppo femminista americano che ha combattuto contro la discriminazione delle artiste nell’arte contemporanea. Di queste passate guerriglie con l’altro sesso, nella mostra proposta, le giovani artiste Silvia e Laura non intendono metterne in azione alcuna, vogliono solo sottolineare, con molta discrezione, una diversità oggettiva, in modo intelligente, senza inutili e scontate polemiche, con un sensibilissimo discorso sottovoce, non urlato, a cui l’altro sesso deve rispetto e considerazione. Ce lo dicono parlandoci di un magnifico mondo da scoprire. Può essere importante per imporsi, nel secondo millenio, come donne e come artiste, in uno spazio che, dicono, deve essere ri-trovato e ri-pensato e che va verso una nuova direzione, tutta da scoprire.
Chiara Fuschini
titolo: Le conseguenze dell’attesa
tipologia: mostra pittorica
location: Lilith Gallery, Ravenna
anno: 2012
Scrisse il grande John Steinbeck: “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.
“Le conseguenze dell’Attesa” è il frutto di un lungo viaggio, un’ appassionata ricerca umana e culturale che dal 2009 al 2011 ha portato Laura Rambelli a seguire le tracce della comunità Rom, partendo dal più grande campo europeo di Shutka in Macedonia. Questo lungo percorso ha poi originato un racconto visivo costituito da una serie di ritratti pittorici ed un documentario filmato. Il viaggio conclusivo è avvenuto alla grande “Fête des Gitans”, celebrata ogni anno il 24 e 25 Maggio a Saintes Maries de la Mer, in Camargue, nella Francia meridionale. Qui, ogni “zingaro” che si rispetti, si reca in pellegrinaggio almeno una volta nella vita per celebrare la protettrice della comunità: Santa Sara. Due giorni di festa dove migliaia di persone fra Rom, Gitani, Manouches, turisti e abitanti del luogo accorrono per onorare la Santa patrona, alternando profonda devozione religiosa a vivacissimi momenti di musica, canto e ballo.
Ed è qui, in questi momenti così pieni di magia che Laura ha incontrato una inaspettata, grandissima energia. “In realtà - ci racconta - dapprima, avevo abbozzato alcuni schizzi su carta, ma poi, dopo esserne stata “privata” in brevissimo tempo, sono passata alla macchina fotografica, con la quale ho deciso di fare dell’attesa di Sara, la mia vera ricerca, immortalando i momenti precedenti la processione religiosa”.
“Le conseguenze dell’ Attesa” costituisce il cuore pulsante di questo viaggio, dove l’attesa è stato il momento di massima fertilità creativa e che, grazie al furto, ha consentito una inaspettata e profonda trasformazione concettuale rispetto all’ idea originaria. Ne è nato un piccolo diario fatto di immagini dipinte, pagine dove Laura pare non voler indagare, ma piuttosto guardare, osservare queste “figure non figure” che ci paiono distanti, non in reale comunicazione. Un pò come nella nostra vita, dove ognuno cerca affannosamente l’altro, salvo poi non incontrarsi quasi mai.
Gli sguardi non riescono ad incontrarsi davvero. Le persone non si toccano, si sfiorano, come figure timorose e forse consapevoli della loro comune solitudine. In Attesa, appunto.
Paolo Trioschi
titolo: Lo specchio di Biancaneve
tipologia: libro d'arte
anno: 2017
Mi è stato donato da una casa editrice, un catalogo di opere di un altro artista con lo scopo di riciclare ciò che è rimasto invenduto. Il progetto prevede appunto la trasformazione del catalogo in un libro d'arte.
Come si sa le storie classiche come Biancaneve, Alice nel paese delle meraviglie, ecc.. sono piene di simboli che raccontano il difficile passaggio da fanciulla a donna. Partendo dalla storia di Biancaneve ho deciso di disegnare, sfruttando anche alcuni disegni presenti, i cicli della vita della donna che vanno dalla fanciulla alla donna anziana, applicando un piccolo specchio che è presente in ogni pagina, come a voler invitare ogni donna ad andare oltre lo specchio, all'apparenza e entrare nel magico mondo femminile prendendone pienamente coscienza per scoprire che tutti i cambiamenti, tutte le fasi del corpo della donna, interiore ed esteriore possono essere affascinanti e sono inoltre un opportunità di crescita spirituale. Con i ritagli ricavati per lo specchio ho realizzato un calendario lunare applicando le lune che lasciano intravedere i disegni del vecchio catalogo su un tessuto di lino antico, preso dal baule di un'anziana signora.
titolo: Dentro - Illustrazioni di Laura Rambelli, Poesia di Paul Polansky - Progetto di Stefania Vecchi e Gaetano Blaiotta
tipologia: libro d'arte
anno: 2016
titolo: Bianco Indigesto Edizioni Pulcino Elefante
tipologia: libro d'arte - Illustrazioni di Laura Rambelli e poesia di Francesco Trulli
anno: 2013
22 illustrazioni dedicate agli arcani maggiori dei Tarocchi Marsigliesi di Jodorowsky e Camoin da me realizzati con tecnica mista su lenzuolo "usa e getta" da camping, formato cartolina, raccolti in 22 cartoncini. Ogni libricino contiene una poesia del poeta Francesco Trulli, stampato a caratteri mobili da Alberto Casiraghi, Edizioni Pulcino Elefante.